Mi è capitato di buttare la cicca per terra.


Quando ero piccolo sparavo alle rane con il fucile ad aria compressa. Ci provavo gusto.


A volte spreco acqua.


A volte i miei acquisti non sono consapevoli.


Mi piacciono molto i filtrini rizzla, quelli pieni di plastica.


Tra una settimana prenderò un aereo per risparmiare tempo e soldi.


Da ragazzino facevo esplodere con i petardi le cavolaie che divoravano l’orto di papà. Lo sai di che colore è il sangue delle cavolaie? È verde fluo.


A Palermo a volte accendo la pompa di calore in inverno. A Palermo!


Gli incendi mi eccitano.


Una settimana fa ho incontrato una buffa e per sbaglio l’ho spiaccicata.


Soffro di sensi di colpa profondi sulla mia pretesa di creare fertilitá.


Spesso non riesco a prendermi cura del mio stesso corpo.


Da ragazzo, insieme ad alcuni amici abbiamo torturato una lucertola.


Faccio monocoltura, o meglio, bicoltura.


Faccio e disfaccio. Biotrituro e trasporto. È un atto di abuso di potere.


Per un lungo periodo ho usato moltissimi vestiti di colore verde petrolio.


A volte, per lagnusìa, prendo la macchina più del dovuto.


Fumo.


Perdo troppe energie a farmi paranoie su me stessa e sul mio percorso.


A volte la mia comunicazione non violenta è carente, nonostante tutti i miei sforzi.


Mi sento responsabile per il destino di ogni singolo lombrico.


A volte mi sforzo troppo di andare d’accordo con le persone.


Ho ucciso molti girini dandoli in pasto al mio cane.


Quando vado alle serate di giochi da tavola, poi prendo la macchina.


A volte, quando decespuglio, mi capita di triturare pezzi di plastica che trovo in giro invece di raccoglierli.


Quest’anno ho dato il concime chimico NPK alla vigna. Ma poco poco poco. Con morigeratezza.


Quando ero piccolo, con i miei amici catturavamo rane.


Mi chiedo dove sia la mia compassione verso gli altri esseri umani.

***

Sono innamorata di una cosa per cui molti mi giudicano.


In questa logistica d’amore,

ho riflettuto su un perenne paradosso.


Bruciare la plastica

come esercizio di consapevolezza.


A livello domestico, adesso è qui.


Per fare altre cose di un uomo che ha sempre avuto un’altra vita,


spargo l’olio esausto

su una superficie più ampia possibile.

Note del confessore

Il confessionale dei peccati ecologici è uno spazio performativo allestito durante i lavori della Plenaria del Movimento Rete Permacultura Sicilia a Polizzi Generosa, il 25-27 giugno 2021.

I partecipanti al raduno sono stati invitati a visitare il confessionale in orari prestabiliti della giornata o dietro appuntamento con il “confessore”.

Man mano che le confessioni si susseguivano, cominciavo a sentire sempre di più la scomodità della posizione che occupavo. Fin dall’inizio avevo pensato di smorzare la rigidità del confessionale cattolico, assumendo le vesti colorate di un confessore ascoltante più che giudicante: qualsiasi assoluzione accompagnata da esercizi di espiazione sarebbe stata un fuorviante esercizio di potere. Unico refrigerio per la/il penitente: una spruzzata di acqua da un flacone riciclato di detergente spray.

Con mia grande sorpresa, l’atmosfera di gioco e lo sforzo empatico dell’ascoltare hanno generato momenti di elevata intensità emotiva. Il mio privilegio, in quanto confessore, si è spostato sulla fortuna di poter assistere a genuini momenti di apertura e catarsi. L’obiettivo è diventato dunque ampliare ancora di più l’intensità rigenerativa di quei momenti tramite una restituzione collettiva. La cornice perfetta per la restituzione è stato il Microfono Parlante, altro spazio performativo serale di libera espressione allestito dal gruppo Post-Carbone durante la Plenaria.

Il testo che apre l’articolo è quello letto al Microfono Parlante durante uno stacco musicale dell’ORPS (Orchestra della Rete Permacultura Sicilia). Raccoglie le confessioni dei partecipanti, trascritte integralmente nella prima parte e rimescolate liberamente partendo dai miei appunti nella seconda parte. Tutte le parole da me appuntate nel mio taccuino del confessore – nessuna esclusa – sono confluite nel testo citato.

Un ringraziamento speciale va agli amici del gruppo performativo Post-Carbone.

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