Diario terrestre #2

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20/07/2024

È cominciato quel periodo dell’anno in cui il vento caldo dell’state porta con sé il perenne odore di bruciato. A chiazze, la campagna semideserta brucia e spesso brucia anche il bosco.

Nelle scorse estati ho accolto questo periodo con grande tristezza. Era di solito il tempo in cui cominciavo a ritrovarmi spesso a casa depresso, per non vedere la devastazione, per poi assorbirla comunque tramite le notizie o i racconti di persone che conosco. O durante i viaggi in auto. Quest’anno cerco di affrontare la tristezza con la meditazione e la consapevolezza. Le affronto nel senso che ne accetto la presenza e mi siedo di fronte a lei, con lei, e ci studiamo a vicenda.

Come ti rapporti, in quanto essere terrestre, agli altri esseri nell’anno più caldo della storia?

25/07/2024

Non ho più voglia di vivere da solo. Di camminare per strada e non conoscere quasi nessuno. Di tenere una casa pulita e al riparo da topi e piccioni. Voglio un luogo dove possiamo convivere. Dove posso coltivarmi da vivere insieme ad altre persone. Mi chiedo come posso essere un costruttore di un nuovo mondo quando i miei piedi calpestano solo asfalto e cemento per tutto il giorno. 

Come posso prendermi cura di questa disconnessione? E perché quello che chiamiamo “attivismo” è un fenomeno così tendenzialmente urbano? (forse è anche la città a doversi de-urbanizzare, ma quello è un altro discorso). 

Ho ancora qualche resistenza per la comodità  di una casa di famiglia e i legami che ho a Caltagirone, ma tutti i segnali mi dicono che è tempo di lasciare andare.


I diari terrestri nascono da un progetto di dottorato di Lorenza Villani. La ricerca di Lorenza esplora la dimensione emotiva e immaginaria di attiviste nonviolente per la giustizia climatica e sociale. Nel mio caso, Lorenza mi ha chiesto di scrivere e inviarle almeno due diari a settimana, per tre settimane. Ogni lunedì ho ricevuto da lei una sollecitazione con una domanda. Quando Lorenza mi ha chiesto di partecipare al progetto, ho accettato volentieri, sapendo che sarebbe stata una buona occasione per tornare a scrivere il mio diario con più costanza, in un momento in cui l’avevo abbandonato. Scrivo un diario da quando avevo 13 anni, e mi ha sempre fatto bene, sia per processare le mie emozioni, sia per ricostruire, a posteriori, il mio percorso.

Le nuvole di parole sono state realizzate con Wordclouds.

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