Cosa prova il tuo corpo nell’anno più caldo della storia?
15/07/2024
Oggi la mia dentista mi ha rivelato una cosa che non sapevo.
Quello che vedo non mi piace, ha esordito.
Cosa non ti piace dei miei denti?
Mi spiega che li ho limati digrignandoli e serrandoli durante la notte, forse anche durante il giorno, a tratti. Questo ha creato anche una grande tensione dei muscoli del viso e delle gengive. Anche il colletto di alcuni denti è scoperto.
Mi sembra chiaro fin da subito che la tensione è dovuta a un lavorìo inconscio che disturba il mio sonno. Strano. Mi sembra di star facendo un buon lavoro nel prendermi cura di me stesso e calmare l’ansia. Durante il giorno.
Durante la notte, invece, qualcosa tiene in ostaggio il mio inconscio. Sarà per questo che da mesi ormai non ricordo i miei sogni?
Questa scoperta mi apre una ricerca interessante. Proprio in queste settimane ho cominciato una pratica quotidiana di spiritualità e di consapevolezza seguendo la tradizione Plum Village di Thích Nhất Hạnh. Praticare la meditazione seduta e camminata mi regala momenti di gioia, ma spesso è difficile praticare da solo in città. Man mano che i giorni passano e la pratica va leggermente più a fondo, emergono delle cose sorprendenti e più o meno piacevoli.
Finora ho capito che la mia “formazione mentale” dominante, quella che vorrei più trasformare, è la tristezza. La disperazione a volte. Questo, più o meno, lo sapevo già. Quell’apatia che nasce dall’accumulo di osservazioni scoraggianti, sintomi di malattie che vedo tutto intorno: il clima impazzito; la violenze in tutte le relazioni, sia umane sia interspecie, quasi sempre basate su gerarchie lungo gli spartiacque della razza, del genere, della normatività binaria; l’alienazione e l’inconsapevolezza diffuse.
Della tristezza ero in qualche modo cosciente, ma dell’ansia… non proprio. Eppure, i pensieri (a volte preoccupati, a volte progettanti) per il futuro – anche immediato – sono quelli che mi arrivano più spesso mentre medito, e ora anche il bruxismo. Mi rendo conto che i muscoli facciali si tendono e si intrecciano quando mi perdo in treni di pensieri. Mi capita anche adesso mentre penso a cosa scrivere. Solo se me ne accorgo riesco a scioglierli.
Allora, quali treni di pensieri disturbano le mie notti?
Forse è una specie di smaltimento o scomposizione di tossine che assorbo durante il giorno. Forse c’è qualcosa che mi logora nella vita in città, nell’inconsapevolezza generale, nelle ingiustizie palesi, nella violenza dilagante. Anche nel micro della mia famiglia.
Vorrei verde intorno e una comunità di pratica e di cura.
Vorrei la tranquillità necessaria per costruire il mondo nuovo.
I diari terrestri nascono da un progetto di dottorato di Lorenza Villani. La ricerca di Lorenza esplora la dimensione emotiva e immaginaria di attiviste nonviolente per la giustizia climatica e sociale. Nel mio caso, Lorenza mi ha chiesto di scrivere e inviarle almeno due diari a settimana, per tre settimane. Ogni lunedì ho ricevuto da lei una sollecitazione con una domanda. Quando Lorenza mi ha chiesto di partecipare al progetto, ho accettato volentieri, sapendo che sarebbe stata una buona occasione per tornare a scrivere il mio diario con più costanza, in un momento in cui l’avevo abbandonato. Scrivo un diario da quando avevo 13 anni, e mi ha sempre fatto bene, sia per processare le mie emozioni, sia per ricostruire, a posteriori, il mio percorso.



