Avevo a lungo immaginato questo momento; questa rassegna era nei miei pensieri dal mio ritorno a Caltagirone. Nella mia mente, lo schema del cerchio di persone di varie età si ripeteva, ma quello che cambiava sempre era il luogo di incontro: un giardino pubblico, la piazzetta della stazione (vai a vedere perché), una grande sala al chiuso.
Tutto ha cominciato a solidificarsi con l’insediamento del progetto Piazza di Terra (promosso da Extopia APS) nel giardino dell’ex-Educandato San Luigi: un luogo dimenticato ma protetto, carico di frutti e storie ma immerso nel cuore della città. Un perfetto utero di trasformazioni.
Così RIGENERAZIONI ha avuto inizio nella calma domenicale di un tiepido pomeriggio primaverile; nella doppia protezione del giardino e del circolo di persone. Da subito questa sensazione di sicurezza si è allargata all’interno del cerchio, creando uno spazio fertile per il dibattito e per uno scambio orizzontale di conoscenze ed esperienze.

Lo scopo di questo primo incontro introduttivo era introdurre la serie di incontri e i concetti-chiave di rigenerazione e cultura rigenerativa; tratteggiare i contorni all’interno dei quali avverranno le prossime esplorazioni.
Un miracolo supplementare, come ogni cosa:
l’inimmaginabile
è immaginabile
Wislawa Szymborska
Rigenerazione è un termine dalle numerose sfumature di significato. Uno di quei termini jolly che possono sfuggire nel vago e nel vuoto se non vengono adeguatamente contestualizzati. Così abbiamo scoperto che il termine regenerare è attestato per la prima volta nel latino tardo e nella sfera della teologia cristiana, dove era usato per indicare la rinascita nella redenzione dal peccato. In biologia, la rigenerazione è il processo tramite cui un organismo vivente ricostuituisce una parte lesa dopo un trauma: in questo senso, rigenerazione è fondamentalmente guarigione, ma anche continuazione della vita. In ambito manifatturiero, per rigenerazione si intende anche la rivitalizzazione e il conseguente riuso di un prodotto o materiale esausto: possiamo acquistare un computer rigenerato, o anche un maglione di lana rigenerata. Anche un’area abitata può attraversare un simile processo: è il caso della rigenerazione urbana (che spesso fa rima con gentrificazione, ma questa è un’altra storia).

Nel pensiero ecologista degli ultimi decenni, il termine rigenerazione ha trovato una posizione di rilievo come alternativa e superamento del concetto di sostenibilità. Laddove la sostenibilità implica una riforma del sistema globale di produzione e di consumo volta a rientrare nei limiti fisici del sistema Terra (già un passo avanti, comunque), la rigenerazione invoca un cambiamento più radicale e una guarigione proattiva di un pianeta già largamente devastato. Per esempio, al concetto di sviluppo sostenibile, un approccio rigenerativo preferisce un ripensamento radicale dell’assunto dello sviluppo (inteso soprattutto come crescita economica); un’agricoltura rigenerativa non soltanto è biologica (dunque sostenibile), ma mirata anche a ricostituire la fertilità del suolo a livelli pre-industriali.
Così facendo, abbiamo rintracciato tre dimensioni fondamentali nel concetto di rigenerazione: quello di rinnovamento della vita, quello di cura (soprattutto nel senso di guarigione), e quello di cambiamento profondo, anche spirituale e mentale, che si riversa poi sul mondo.
Fatto questo, comprendere cosa intendiamo per cultura rigenerativa diventa molto più semplice, e su questo mi sono dilungato anche in passato. Basterà dire che non tutte le forme cultura sono rigenerative e utilizzare le tre dimensioni del concetto di rigenerazione come setaccio critico (piccola illuminazione: il termine siciliano crivu, setaccio, è probabilmente imparentato con il verbo greco krino, che significa separare, distinguere, scegliere, verbo da cui proviene anche la parola critica) per distinguere e trovare approcci e opere che siano di supporto a processi di rigenerazione.
Riduciamo a un giuoco e a un passatempo la letteratura, dalla quale sola potrebbe aver sodo principio la rigenerazione della nostra patria.
Giacomo Leopardi
Per scaldarci, abbiamo attivato il setaccio critico usando soltanto una delle dimensioni del concetto di rigenerazione: il cambiamento profondo. Abbiamo dunque creato una prima lista di opere e forme d’arte o di cultura che ci hanno cambiato profondamente la vita. Una lista che compone il primo nucleo del nostro personale repertorio della cultura rigenerativa:
Rifare l’Italia, libro di Fausto Brizzi
la riffa (pesca di beneficienza) come strumento di resilienza comunitaria in Argentina
l’origami
la matematica
la musica
Un giorno devi andare, film di Giorgio Diritti, e soprattutto la frase “Le cose si cambiano dove possono essere cambiate”
I viaggi
I libri di Camus
Immagina se… libro di Rob Hopkins
la permacultura
mettere le mani nella terra
L’attimo fuggente, film
Vivere, amare, capirsi, librodi Leo Buscaglia
L’idiota di Dostoevskij
Il silenzio è cosa viva libro di Chandra Livia Candiani
L’albero della vita, film di Darren Aronofsky
Parcologico, un progetto di rigenerazione partecipata di un parco pubblico di quartiere
il Vangelo
l’esperienza della paternità
la cucina
La pianta del mondo e altri libri di Stefano Mancuso
Come tutti gli incontri in programma, anche questo primo incontro ha avuto un momento di creazione collettiva. È nata una “poesia ad albero” che farà parte del rituale d’apertura dei prossimi incontri. Quindi potrete ascoltarla venendo al prossimo incontro! Sarà anche pubblicata qui in un post a parte.

Il secondo incontro di RIGENERAZIONI si terrà domenica 8 maggio, sempre dalle 16 alle 19 sempre nel giardino dell’Educandato San Luigi, a Caltagirone. Durante l’incontro, discuteremo di ecologia, mettendo subito in chiaro qualcosa che spesso dimentichiamo: ecologia non significa (o, almeno, non soltanto) essere “green”, fare la raccolta differenziata, o cose simili. Ecologia è innanzitutto la comprensione (logìa) delle relazioni che intercorrono all’interno della nostra casa (òikos) comune. Come abbiamo visto nel corso del primo incontro, una dimensione fondamentale della cultura rigenerativa è la pratica relazionale del connettere, del legare insieme. Lavoreremo dunque sulla connessione alla Terra come insieme a cipolla che contiene una molteplicità di comunità in relazione tra loro (pianeta, territorio, suolo, umanità, viventi, ecc.).
Per prepararci all’incontro, ho proposto la lettura di due testi chiave:
1) Lettera d’amore alla Madre Terra, un libro di breve e agile lettura di Thich Nhat Hahn, un grandissimo maestro, recentemente scomparso, che ci insegna – tra le molte altre cose – quanto la presenza consapevole (mindfulness) sia fondamentale per rigenerare la relazione con la Madre Terra.
2) Il primo capitolo di Coming Back to Life, classico dell’Ecologia profonda di Joanna Macy, ideatrice del Lavoro che riconnette, da me tradotto in italiano un paio d’anni fa per un progetto editoriale di traduzione che purtroppo non è mai andato oltre il primo capitolo.
Per ricevere la traduzione e per iscrivervi all’incontro, scrivetemi a gebusacca@gmail.com. Tutte le informazioni utili sulla rassegna sono presenti nell’infografica che segue.

Alla prossima!