Un giorno di qualche anno fa, passeggiando per il quartiere di Exarcheia, ad Atene, mi ritrovai di fronte a questo grande murale, che ricopriva l’intera fiancata di un palazzo.

Mi colpì da subito. Mi sembrava integrarsi così bene nel suo contesto: quegli strani alberi erano la perfetta continuazione del piccolo boschetto e orto urbano circostanti; quei palazzi in semi-rovina sullo sfondo apparivano così simili ai palazzi che lo accerchiavano.

Il testo in basso recitava:

και τι δεν κάνατε για να με θάψετε / όμως ξεχάσατε πως ήμουν σπόρος. E cosa non hai fatto per seppellirmi, dimenticandoti che io ero un seme.

Voglio cominciare da questa immagine, che mi sembra catturare così bene lo spirito del Bosco che Pensa. Le teste pensanti di tanti esseri umani sono i semi di un bosco che cresce tra le semi-rovine del nostro mondo dilapidato.

Mi viene da chiedermi se quel murale è ancora lì; se non è stato obliterato da un qualche progetto di speculazione edilizia. Ma non importa. Di sicuro, è ancora qui con me. Certe immagini hanno il potere di innescare trasformazioni anche a grandi distanze.

E cosa non hai fatto per seppellirmi, dimenticandoti che io ero un seme

Se non mi fossi trovato, per caso, davanti a quel murale, forse oggi non sarei qui a cominciare questo progetto. Come un atto di reciprocità, in questo spazio condividerò delle cose simili: forme di cultura che possono innescare trasformazioni rigenerative. Dove cultura non è solo libri e arti, ma anche qualsiasi pratica umana che ci porta in stretta, rispettosa collaborazione con il vivente.

Se vi andrà di seguirmi, vi porterò in luoghi e modalità di esistenza dove le idee e gli esseri del Bosco crescono in armonia.

Benvenuti* nel Bosco che Pensa!

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