Diario terrestre #3 – Paliké

27/07/2024

Stamattina sono dovuto andare all’aeroporto molto presto, e sulla strada del ritorno ho pensato di fare una tappa al sito archeologico di Palikè. Non pensavo che fosse aperto alle 8:30 del mattino (né in altri orari), eppure ad attendermi c’erano i due custodi, Pino e Mario.

Erano anni che non venivo a visitare, così Mario mi ha aggiornato sugli ultimi scavi, sui “morti” preistorici, greci e islamici che sono stati disseppelliti, sulle archeologhe e gli studenti americani venute a scavare. Sull’”Antica Trasversale Sicula” – si chiama così il cammino di 500 km tra  Mozia e Camarina – che passa anche da qui.

Il sito è pulito, le pietre squadrate di età greca ben in vista. La grotta ha una vista incredibile sulla piana e sulle colline che sovrastano la valle. 

Un luogo magico e affascinante. Un luogo di memoria e di resistenza. 

Dall’età preistorica la comunità indigene veneravano gli dèi del sottosuolo nel luogo prodigioso di laghetti vulcanici fumanti. Questa religiosità della terra ha ispirato il siculo Ducezio, a organizzare una rivoluzione contro i tiranni greci di Siracusa. Non andò bene, come quasi tutte le disperate rivolte siciliane della storia, ma questo luogo rimase un rifugio per sogni di libertà. Qui vennero gli schiavi in rivolta al dominio romano, durante le guerre servili, che tagliarono le vie dell’approvvigionamento di grano per un paio d’anni, mettendo in seria difficoltà la Repubblica. Per secoli questo luogo fu un santuario per schiavi maltrattati. Mi emoziona questa storia e mi fa scrivere con aggettivi altisonanti… 

Mario mi racconta anche della siccità degli ultimi anni, del grano che secca prima di maturare, di un melograno nato per caso, e dei capperi spinosi, che per miracolo – davvero mi sembra un miracolo – crescono e fioriscono, cespugli verdissimi e grandi che quasi si toccano, in un terreno arido di sterpaglie. Allora c’è ancora speranza che un giardino mediterraneo possa fiorire anche qui?

Non vuoi vedere l’antiquarium? Mi invita Pino stavolta, ed è come se entrambi i custodi stessero provando a trattenermi il più possibile ad ascoltare le storie del luogo. 

Non vuoi vedere la ricostruzione 3D dell’Università della Florida?

Scorrono le immagini della ricostruzione della stoà e, mentre faccio per andare, Mario porta avanti il video per mostrarmi la dottoressa Mariscalco, mitica archeologa/scopritrice del sito appena andata in pensione, che pigia l’uva in un mortaio nelle vesti di un’antica siculo-greca di Palikè.

Tra un paio d’anni anche Pino andrà in pensione, e questo apre forti dubbi sull’apertura del sito. Non si sa se la Regione manderà qualcuno a sostituirlo, o se il sito chiuderà a pubblico, come molti altri. 

Ammiro queste persone appassionate che tengono pulito il terreno finché possono, prima di affidarlo a chi verrà dopo, a un futuro incerto. E questo terreno custodisce memorie rare, un filo che si affievolisce fino quasi a sparire.

In questi giorni densi di pensieri sul mio futuro ho spesso pensato di andarmene – la migrazione da questo deserto-in-divenire non è forse questione di tempo? Eppure oggi mi viene voglia di fare resistenza – e rivoluzione, in qualche senso? Proprio qui, come fece Ducezio. E implorare gli dei Palici che mi indichino la strada, che mi mandino un segno, perché la strada è incerta.


I diari terrestri nascono da un progetto di dottorato di Lorenza Villani. La ricerca di Lorenza esplora la dimensione emotiva e immaginaria di attiviste nonviolente per la giustizia climatica e sociale. Nel mio caso, Lorenza mi ha chiesto di scrivere e inviarle almeno due diari a settimana, per tre settimane. Ogni lunedì ho ricevuto da lei una sollecitazione con una domanda. Quando Lorenza mi ha chiesto di partecipare al progetto, ho accettato volentieri, sapendo che sarebbe stata una buona occasione per tornare a scrivere il mio diario con più costanza, in un momento in cui l’avevo abbandonato. Scrivo un diario da quando avevo 13 anni, e mi ha sempre fatto bene, sia per processare le mie emozioni, sia per ricostruire, a posteriori, il mio percorso.

Le nuvole di parole sono state realizzate con Wordclouds.

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